La capacità di ridurre l’impatto ambientale è diventata uno dei motivi in base ai quali si giudica la bontà o meno di un capo d’abbigliamento. Vediamo quindi quali sono le principali certificazioni di sostenibilità nel tessile, e cosa attestano nello specifico.
Cosa Sono le Certificazioni di Sostenibilità
Una certificazione di sostenibilità è un attestato, rilasciato solitamente da associazioni od organizzazioni indipendenti, volto ad assicurare la conformità di un processo a determinati criteri relativi alla riduzione dell’impatto ambientale.
Esistono di diversi tipi di certificazioni, le quali coprono un ampio ventaglio di casi.
Sono particolarmente importanti nell’industria tessile, in quanto questa è risaputa avere una delle filiere con la più pesante impronta ambientale. Non a caso, sempre più aziende tendono a seguire l’esempio di Stanley Stella, la quale, prendendo coscienza di quello che è il proprio ruolo come Brand all’interno dell’industria dell’abbigliamento, ha deciso di fare della minimizzazione della proprio impatto sull’ambiente una caratteristica identificativa del proprio marchio.
Le certificazioni possono attestare la sostenibilità:
- Delle materie prime utilizzate
- Dei processi utilizzati durante la loro lavorazione, come l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e un corretto smaltimento dei rifiuti
- Delle distribuzione, ossia dell’imballaggio e del trasporto in più continenti dei prodotti tessili
Oppure di tutti questi ambiti insieme. Vediamo quindi quali sono le principali organizzazioni e che certificazioni rilasciano.
Organic Content Standard (OCS)
L’OCS è una certificazione sviluppata dal Textile Exchange, una delle più importanti organizzazioni no-profit a livello internazionale. Organizzazione impegnata a promuovere nuovi standard di sostenibilità all’interno dell’industria tessile.
Questa certificazione non viene rilasciata direttamente dall’organizzazione, ma bensì da terze parti, dette Certification Bodies, ossia enti certificatori. L’OCS serve principalmente ad attestare l’origine biologica della materia prima utilizzata. Sebbene possa riguardare qualsiasi tipologia di fibra, viene solitamente impiegata come certificazione per il cotone.
A seconda della percentuale di fibre di origine biologiche contenute nel tessuto, la certificazione OCS può attestare il 100, il 95 o un intervallo tra il 5 e il 95% di fibre biologiche.
Global Organic Textile Standard (GOTS)
La Global Organic Textile Standard è comunemente riconosciuta essere la certificazione più importante a livello internazionale. La sua importanza risiede nel fatto che i controlli e le ispezioni necessari per ottenerne il rilascio non riguardano un singolo aspetto, ma l’intera catena di produzione, dall’approvvigionamento della materia prima all’imballaggio del prodotto finito.
La certificazione è volta ad attestare l’impatto ambientale lungo tutta la filiera. Infatti l’organizzazione rilascia due tipi diversi di certificati:
- I cosiddetti Scope Certificates: i quali attestano la conformità della produzione ai criteri dettati dall’organizzazione
- I cosiddetti Transaction Certificates: volti ad attestare che gli specifici colli che vengono trasportati contengano prodotti conformi alla certificazione. In questo modo si produce quindi una “catena di conformità,” in quanto le aziende che comprano il collo potranno richiedere a loro volta di essere considerate idonee per il rilascio della certificazione. Questo perché utilizzano prodotti che sono già stati certificati all’origine.
Global Recycle Standard (GRS)
Il GRS è uno standard internazionale (anch’esso promosso dal Textile Exchange) volto ad accertare una quantità minima di fibre di origine riciclata all’interno del tessuto.
Solitamente, il capo che riporta questa certificazione possiede quindi tra il 20 e il 100% di fibre (cotone, lana, poliestere o cuoio) riciclate. Sebbene sia solitamente utilizzata in campo tessile, l’attestato GRS è potenzialmente valido per molti altri materiali che contengano parti riciclate.
Nel 2019, quasi 7000 aziende in tutto il mondo potevano vantare la certificazione.
Certificazioni OECO-TEX
Le certificazioni OECO-TEX sono tra le più diffuse nell’industria tessile. Ne esistono varie classi, a seconda di cosa si voglia certificare.
Ad esempio, esiste una sottocategoria specifica di questa certificazione, denominata Leather Standard, volta a controllare i tessuti prodotti da pelli di origini animali. Oppure la variante OECO-TEX STeP, che mira a fornire un controllo di sostenibilità su più livelli, dal corretto utilizzo di agenti chimici, fino alla performance ambientale, passando per la responsabilità sociale.
La classe di certificazioni più conosciuta, comunque, è la OEKO-TEX Standard 100, la quale risulta essere di estrema importanza per la salute stessa dei consumatori. Essa certifica infatti che qualsiasi componente di un capo d’abbigliamento, sia esso una fibra tessile, una zip o un bottone, non contenga sostanze tossiche o nocive all’uomo o all’ambiente.
Altri tipi di Certificazioni o Iniziative
Esistono poi certificazioni che non vengono rilasciate da organismi specializzati, ma bensì da associazioni che magari operano in altri campi.
Ad esempio, la PETA, la famosa associazione statunitense di sensibilizzazione e difesa dei diritti degli animali, può rilasciare certificazioni che attestano come un’azienda possa essere considera 100% vegan. E quindi operare con il massimo rispetto non solo nei riguardi dell’ambiente, ma anche degli animali.
Vi è inoltre da segnalare anche la presenza non di certificazioni, ma di vere proprie iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile. E’ questo il caso della Better Cotton Initiative, un vero e proprio programma svolto sul campo e finalizzato ad educare e sensibilizzare una molteplicità di attori coinvolti nella filiera tessile. Compresi gli agricoltori stessi, a cui vengono insegnate le migliori tecniche di irrigazione dei campi al fine di massimizzare il risparmio delle risorse idriche.
Conclusione: Le Certificazioni di Sostenibilità nel Tessile Sono Affidabili?
E’ una domanda lecita da porsi. Soprattutto in un periodo in cui abbondano le notizie di greenwashing, ossia quella strategia volta a presentare la propria azienda come amica dell’ambiente per accattivarsi i consumatori, quando invece non vi è alcuna politica volta a minimizzare il proprio impatto sull’ambiente. Una sorta di ecologismo di facciata, come viene spesso definito.
E’ importante dunque sottolineare come il rilascio di queste certificazioni sia un processo rigidamente controllato. Non a caso, quasi sempre per controllare la conformità delle pratiche aziendali ai criteri definiti dagli organismi internazionali, si ricorre ad enti certificatori terzi per ovviare a qualsiasi sospetto di presunti accordi.
Inoltre, bisogna distinguere tra conferimento della certificazione e il suo mantenimento nel tempo. Le aziende, una volta certificate, spesso devono sono poi chiamate a sottoporsi a controlli periodici (generalmente annuali) per rinnovare la validità dell’attestato.